“Una volta, in un villaggio di allevatori di mucche, si trovava a passare da li un grande Saggio che recitava costantemente il nome del Signore. A quella vista, alcuni allevatori si misero a ridere, burlandosi di una fede cosi cieca e priva di qualsiasi prova concreta alla ragione. Cosi il vecchio santo si avvicinò e con uno sguardo pieno di dolcezza chiese loro di procurargli un pò di latte in una ciotola. Dopo che le fu portata la ciotola ed aver esaminato con cura il contenuto, esclamò: “Beh! Lo immaginavo…erano tutte bugie ed ignoranze; è tutto falso, il burro non esiste! Esiste solo il latte! Voi allevatori dite sempre che il burro si trova nel latte, ma io non lo vedo!” Allora gli allevatori ridendo della sua colossale ignoranza in materia, spiegarono che il burro si trovava davvero in ogni goccia di latte ma c’era tutto un elaborato lavoro per ricavare il burro e renderlo visibile! Bisognava prima cagliare il latte, sbatterlo, filtrarlo etc… e solo dopo una particolare tecnica lo avrebbe sicuramente visto. Cosi il Saggio guardò gli allevatori e sorridendo disse:” Lo so, Lo so, è esattamente così anche per il Signore, Egli è ovunque, in ogni particella del creato, ma per vederlo bisogna fare una giusta disciplina spirituale, occorre cagliare l’universo con il discernimento, sbatterlo ben bene con la zangola del distacco e raccoglierlo col mestolo della fede. Non si può negarlo, solo perchè per ignoranza non si conosce la giusta tecnica e quindi rimane invisibile ad occhio nudo”.
Credere in Dio significa credere in se stessi. Infatti chi crede in se stesso grazie alla sua autostima, sarà un uomo ricco di virtù e si prodigherà per aiutare il prossimo mettendo davvero in pratica l’insegnamento e l’esempio di Dio nell’uomo. Vi sono persone che si definiscono atee che sono in realtà molto più credenti con i fatti, all’amore, al bene ed agli insegnamenti di Dio, che invece parecchi devoti e fedeli, che sono vittime della gelosia, cupidigia, odio e varie paure che, non credendo in loro stessi, dimostrano con i fatti di non credere nemmeno in Dio.
Ogni cosa esistente sul piano materiale, essendo stata creata, deve avere per forza un creatore. Basti notare la perfezione della natura, della vita, la precisione dell’alba e del tramonto, la precisa e meticolosa struttura degli organismi viventi, per intuire che qualcosa di più grande gestisce e regola in silenzio, qualsiasi cosa.
Prendiamo ad esempio il Sole, esso è stato fin dai tempi remoti e da qualsiasi religione antica paragonato a Dio stesso, in quanto egli dispensa la vita o la morte, scandisce il tempo che resta da vivere ad ogni essere (le giornate, con il suo albeggiare e tramontare) e riscalda, produce energia per tutti gli esseri viventi.
Il Sole è talmente perfetto nel suo compito, così perfettamente scandito nei suoi ritmi da avere sempre una temperatura ed una distanza tale, da permettere all’essere umano di mantenere il suo corpo sui 37 gradi, temperatura ideale per il giusto benessere, basterebbe poco più forte, anche semplicemente qualche grado, o più debole e l’uomo andrebbe incontro a morte certa. Lo stesso dicasi per le piante e tutti gli esseri della terra. Il sole potrebbe bruciare o far gelare ogni cosa in un istante. Chi lo governa con tale minuziosa perfezione? Può mai essere un caso accidentale, una “fortuna” che da migliaia di anni non si inceppa ed ha permesso cosi la creazione?
Percepire l’esistenza di un energia sottile che permea l’intero Universo significa credere in Dio.
Purtroppo la presunzione dell’Uomo di oggi, che come metro per sondare ogni cosa usa la scienza della logica, ha generato ancora più ignoranza e confusione in questo campo, sfociando con gradassa presunzione alla conclusione che Dio non esiste!
Ma cosi come un uccello non potrà sondare e capire la natura di un pesce che vive sott’acqua, allo stesso modo chi usa dei parametri fisici e materiali non potrà capire l’esistenza di qualcosa che va ben oltre questo mondo sensoriale. D’altronde per sondare una giusta altezza occorre una scala altrettanto alta. Non vi pare? Un uomo affetto da una febbre molto alta, troverà salati anche i cibi più dolci, cosi anche l’uomo affetto da un alta febbre del materialismo, non riuscirà ad assaporare il sottile sapore del Divino.
La scienza, come ben sappiamo, ha dimostrato di avere ancora parecchi punti oscuri e tante contraddizioni in vari campi, figuriamoci nei profondi meandri della Spiritualità.
D’altronde come si può cercare con oggetti e tecniche esterne, ciò che vive e soggiace dentro di noi?
Inoltre, se la scienza, come tutto del resto, è un dono di Dio, un Suo strumento, come può un dono conoscere e sondare la natura del Suo donatore? La Scienza fenomenica che studia la materia, deve arrendersi di fronte ad una natura noumenica.
Colui che trascende questo mondo correlato dal tempo e dallo spazio, non può essere spiegato o capito dai metodi umani che usano la logica di pensiero nata dai cinque sensi, in quanto anche loro condizionati dalle limitazioni delle leggi naturali che li governano.
Se infatti, allo stesso modo chiediamo agli scienziati cosa sia l’amore, noteremmo che non riusciranno a trovare nessuna spiegazione logica e concreta. Il sentimento non è spiegabile scientificamente eppure esiste, è reale ed ogni essere umano lo può confermare.
Quindi come riuscire a vedere Colui che trascende i sensi fisici? Solamente volgendo lo sguardo e la nostra indagine dentro noi stessi! Tramite la giusta tecnica si potrà semplicemente concludere positivamente l’esistenza di Dio.
La maggior parte delle persone che non riescono a credere nell’esistenza di Dio, soprattutto nella forma di un Padre Amorevole che ci guida e ci ama, giungono a queste conclusioni a causa di errati ragionamenti e modi di vedere. Cosi non riuscendo, tramite la logica ed i sensi a scorgere questa Figura, rinnegano ogni cosa .
Una delle domande maggiori in cui essi crollano è : “Se esiste Dio, ed Egli è Puro Amore, allora perché vi è tutto questo male nel mondo? Perché sembra prendere sempre più il sopravvento? “
IL MALE NEL MONDO
L’esistenza del male nel mondo è senza dubbio uno dei maggiori interrogativi dell’uomo, ed anche se i più devoti (anche senza trovare una risposta) assumono un atteggiamento di resa nel capire il motivo, molte persone decidono di non credere più in nulla e diventare Atei. Ma tutto ciò nasce principalmente da un errata visione e sicuramente da un eccessiva pigrizia nel trovare la giusta soluzione e svelare questo insondabile mistero.
Innanzitutto sappiamo bene che tutti noi siamo responsabili delle nostre azioni, e che ad ogni azione ne corrisponde una reazione (Legge del Karma), quindi di massima una vita virtuosa dovrebbe prevedere un esistenza tranquilla e, viceversa, un modo di vivere malvagio dovrebbe compensare con una vita piena di punizioni e dolori, tuttavia alcune volte sembrerebbe non solo non essere cosi, ma quasi il contrario! Perché?
L’uomo fortunatamente è dotato di intelligenza e discriminazione e quindi può sfruttare al meglio il libero arbitrio, infatti cosi come la banca terrena concede prestiti se ipotecate la casa, dei terreni, altre proprietà e preziosi, anche la Banca Divina vi concede di prelevare dai conti di altre vite in base ai depositi fatti allora. Questo spiega il perché si vedono persone chiaramente malvagie e crudeli, avari e meschine, che menano una vita felice e senza dolori. Questa gente sta prelevando su depositi fatti nel passato ed hanno diritto a questa loro felicità.
Tuttavia a volte non ci si spiega il perchè persone rette e virtuose sembrano essere vittime del male, perché uomini, bambini innocenti vengano puniti nella vita con la morte o con terribili malattie.
Questa domanda trova facile risposta per chiunque analizzasse più accuratamente la legge del Karma. Si scoprirebbe sicuramente che, anche se inconsciamente, nell’attuale incarnazione sono stati loro stessi ad aver scelto il loro fato.
Il loro immortale Sé interiore che sa tutto, in qualità di regista fin dalle precedenti incarnazioni (e per tutta la durata dell’intero percorso di evoluzione e non solo della singola vita) ha deciso di scontare in tale modo azioni sbagliate fatte in esistenze precedenti;
Addirittura proprio grazie alla vita retta praticata in questa esistenza, volendo progredire nella giusta evoluzione ed in maniera più veloce, voglia scrollarsi subito i fardelli delle vite passate.
Il percorso dell’evoluzione è governato da varie leggi, precise ed impeccabili. Tra queste troviamo la Legge della dualità che governa e crea ogni cosa. Essa è l’unica leva che può aiutare ogni essere nella sua evoluzione. Essa si manifesta nell’intero Universo e crea il mondo. Ogni cosa è duale: La notte ed il giorno, la gioia ed il dolore, il bene ed il male. Ogni cosa ha il suo opposto, anzi possiamo affermare che l’una da l’esistenza all’altra, infatti se non conoscessimo il dolore come potremmo descrivere e “riconoscere” la gioia? Se non ci fosse l’oscurità, come potremmo dar valore e capire l’importanza della luce? Ogni essere vivente viene continuamente “sballottato” da questa dualità.
Bisogna comunque ricordare che per avere una giusta visione al problema bisogna guardare due aspetti molto importanti. Il Mondo fenomenico governato dalla mente e dai sensi, con i suoi attributi di gioie, dolori, attaccamenti etc.. e la Visione Reale, Divina del Dio che è in noi.
Nel Mondo materiale governato da queste leggi, l’uomo da buon attore protagonista può decidere se operare il bene o il male in questo dramma teatrale dell’esistenza, ma se la guardiamo sotto l’aspetto Divino, ed entriamo nel ruolo di regista di ogni cosa, possiamo dedurne che tutto ciò, anche quello che è sconosciuto all’attore, possa servire per la meta finale, dove tutto è nelle mani e nel disegno di Dio che sa con giusta discriminazione che il male occorra quanto il bene per poter far si che che l’evoluzione non si fermi.
Ogni persona cattiva sconterà sicuramente la sua punizione “autoinflitta dal suo sè”, cosi da capire il messaggio e avvicinarsi alla sorgente. Sarà soltanto questione di vite da incarnarsi e del susseguirsi di punizioni, gioie e dolori, nascite e morti.
Non credere all’esistenza di Dio solo perché esiste il male è come non credere nell’amore perché alcune persone non sono ancora innamorate e si comportano in modo restio nei confronti di questo sentimento, oppure non credere nei parrucchieri o nei barbieri solo perché alcuni portano i capelli o la barba lunga.
Se non ci fosse “il dolore” causato dal male, come potrebbe l’uomo imparare ed evolvere il suo piano di coscienza fino a tornare alla Sorgente? Se Dio annullasse tutto il male attuale in un istante, l’uomo nella sua ignoranza non essendosi ancora evoluto grazie all’esperienza tornerebbe ben presto nel caos precedente o forse peggio.
LA LEGGE DEL KARMA
Ad ogni azione ne corrisponde il suo frutto. Questa Legge Divina è inevitabile. Infatti se piantiamo del grano (BENE) e dei rovi (MALE) non possiamo pensare che il grano nasca, bloccando i rovi, ma sapremo bene che nasceranno entrambi e che addirittura, se non siamo vigili, quest’ultimi copriranno il prezioso grano rendendone ancora più difficile la raccolta.
Quindi è bene ricordare sempre che ad ogni azione fatta o che faremo ci presenterà il suo conto. Capire l’errore o pentirsi, implorando il perdono non fermerà questa inarrestabile legge, tuttavia ci darà una maggiore comprensione e pace nell’accettare l’inesorabile frutto. Ecco perché anche la gente buona può avere una vita difficile o anche alcuni illustri Saggi hanno lasciato il mondo per mezzo di malattie o altro. Fortunatamente però, loro sapevano bene di non essere il corpo (Attore) ma il Sé (Regista) e quindi hanno scontato il loro Karma nella più totale serenità e gioia in quanto sapevano come quest’ultimo gli avrebbe tolto qualunque debito accumulato conducendo la loro anima alla Beatitudine Suprema.
Terminiamo questo trattato con una simpatica storiella che ci illumina su come sia fondamentale, per trovare Dio, cercare e considerare noi stessi e non un qualcosa di esterno.
Il Saggio Paramananda aveva dieci discepoli tristemente noti per la loro indolenza e stupidità! Un giorno durante uno spostamento, attraversarono a guado un fiume fino a raggiungere la sponda opposta. In alcuni punti l’acqua era molto profonda, arrivava fino al collo. Quando dopo strenui sforzi, toccarono l’altra riva, decisero di verificare se tutti erano arrivati sani e salvi, perché temevano che qualcuno fosse stato trascinato dalla corrente. Cosi la paura e la confusione incrementarono la loro innata stupidità. Alla fine si convinsero che uno di loro era stato spazzato via dalla corrente perchè ogni volta che un uomo contava i compagni schierati di fronte a lui, lasciava fuori se stesso e vedeva solo nove uomini davanti a sé. Cosi tutti e dieci giunsero alla conclusione che uno di loro era scomparso travolto dalle acque, ed erano talmente addolorati che piansero l’amico morto con alti lamenti. Un contadino udì i loro gemiti e ne chiese il motivo, cosi apprese che dei dieci compagni, uno di loro era annegato; tuttavia egli notò che c’erano dieci uomini e non nove, ma solo dopo aver visto come essi eseguivano la conta, si rese conto del perché; allora spiegò al gruppo che ogni uomo aveva omesso di contare se stesso. Infine il contadino ammonì i dieci compagni con queste parole : ” la visione esteriore è sempre sbagliata ed induce all’errore, solo la visione interiore può rivelare la verità! Noi tentiamo di scoprire Dio cercandolo in tutto l’universo ma tralasciamo di svolgere l’indagine sulla sua esistenza in noi stessi quale vero fulcro del nostro essere. Quando scoprirete voi stessi, tutti i lamenti cesseranno e conseguirete la gioia suprema: la vera conoscenza del Sé.