La Natura
Prakriti (Natura), cioè questa creazione, compreso ovviamente il corpo umano, è la somma di attributi o caratteristiche. I Guna, le tre qualità, vale a dire Tamas (inerzia ed illusione), Rajas (attività e sofferenza) Sattva (purezza e gioia) sono gli attributi di Prakriti.
La Natura non è altro che la permutazione e la combinazione di questi tre guna, lo stesso vale per i due attributi di agente e fruitore.
Il Jivi, il Sé individuale, quando è in contatto e s’identifica con il corpo immagina di fare esperienza del dolore e della gioia che sono le conseguenze dei tre guna. Il Purusha o Sé Eterno non ha nessun reale rapporto con essi. È soltanto il Testimone.
Sono i suoi attributi che fanno assumere a Prakriti molteplici forme. Riflettendo su questo, il seguente dilemma diverrà chiaro: l’uomo ora è felice, ora è disperato, ora ha paura, ora ha coraggio; perché? Perché è forgiato così dai Guna. I Guna soltanto possono trasformare l’uomo da una condizione ad un'altra. Se i tre guna - sattva, rajas e tamas - fossero in perfetto equilibrio, non vi sarebbe alcun cambiamento nell’uomo. Ma questo è impossibile, poiché lo squilibrio c’è sempre.
Quando uno dei tre attributi è presente e gli altri sono latenti, Prakriti fa assumere all’uomo ruoli diversi.
Il corpo, come abbiamo già detto, è Prakriti, ma lo sono anche Manas (la mente) e buddhi (intelletto); perciò anch’essi mutano secondo la prevalenza o carenza di uno dei tre guna.
La Mente, quindi, possiede tre guna: Sattva (luce, beatitudine, bontà), Rajas (passione, movimento) e Tamas (inerzia, oscurità). Nella mente, poi, vi sono tre vritti (qualità) corrispondenti ai tre guna:
- Shanta Vritti: la pace, l’equilibrio, l'armonia e il bilanciamento, emanato dal Sattva Guna;
- Ghora Vritti: la collera e il movimento emanato dal Rajo Guna;
- Mudha Vritti: l'ndolenza, la negligenza e la sonnolenza emanato dal Tamo Guna.
Sattva, Rajas, Tamas sono le tre "qualità costitutive" della natura, i suoi attributi.
Essi vengono definiti come gli attributi primordiali della sostanza-Prakriti, ovvero come i princìpi qualitativi della sostanza universale.
Nel Vedanta i Guna rappresentano altresì gli attributi dell'Essere Qualificato (Îshvara o Brahman saguna), dalla cui commistione traggono origine gli elementi sottili e, quindi, quelli grossolani. I Guna sono perciò alla base della manifestazione, sia nel piano orizzontale degli "effetti" sia nella gerarchia verticale delle cause, per cui si possono ravvisare tanto nella fenomenologia - individuale e universale - grossolana e sottile, quanto in relazione ai piani dell'esistenza.
- Sattvaguna è lo stato originale di equilibrio che sottostà tanto al movimento (rajoguna), quanto alla quiete inerziale (tamoguna);
- Rajoguna è la qualità di rajas, ossia di ciò che è attivo;
- Tamoguna è la qualità di tamas, genericamente la qualità oscurante o passiva di un ente, la sua inerzialità.
La qualità sattvica (Sattvo Guna) è inequivocabilmente unita a caratteri quali splendore, saggezza, gioia, pace, fratellanza, senso di unità con tutti, fiducia, santità, purezza. Chi è saturo di Sattva può visualizzare l’immagine del Sé interiore. Questa qualità diviene impura quando viene “inquinata” da quella rajasica e tamasica; allora costituisce la causa dell’ignoranza e dell’illusione, quindi è la ragione dell’asservimento dell’uomo.
La qualità Rajasica genera l’illusione dell’esistenza di qualcosa che non esiste, allarga e approfondisce i contatti dei sensi con il mondo esterno, crea gli affetti e gli attaccamenti, e così, per mezzo della spinta tra piacere e dolore, fa sì che l’uomo si immerga sempre più nell’attività. Dalle attività poi vengono i mali come la rabbia, la passione, la cupidigia, l'orgoglio, l'odio, la presunzione, la furbizia, eccetera.
La qualità Tamasica, invece, accieca la vista, diminuisce l’intelletto, aumenta la pigrizia, il sonno, l’ottusità. Porta l’uomo fuori dalla giusta Via e lo allontana dalla meta; per suo effetto, fa sì che ciò che si vede non si veda. Chi è immerso in tamas non riesce neppure a tra profitto dalle sue esperienze attuali ed effettive. Tamas può sviare anche grandi studiosi, perché il sapere non porta con sé necessariamente forza morale. Anche grandi teologi, presi dai tentacoli di Tamas, arrivano a conclusioni sbagliate ed i Saggi vengono presi da dubbi e timori, abbandonandosi a piaceri sensuali che rovinano il loro progresso spirituale. Essa confonde il Vero con il Falso ed il falso con il Vero. Queste sono le astuzie di Tamas.
Squilibrio
Maya è costituito dai tre guna e ha il potere “di sovrapposizione dell’illusione”, con cui nasconde all’anima del soggetto la sua Universalità, la sua Reale natura di Essere-Consapevolezza-Beatitudine. Tutto il creato con la sua molteplicità nasce dall’attribuzione della molteplicità laddove c’è solo l’Uno.
Quando tutta questa evoluzione è riassorbita con il processo dell’involuzione (Pralaya) le tre qualità (sattva-Tamas e Rajas) si ritrovano in perfetto equilibrio, bilanciate.
Questo è lo stato chiamato Guna Samyavastha. Allora, per effetto della Volontà della Persona Suprema o Ishvara, l’equilibrio è perturbato e cominciano le attività, che portano a conseguenze, causa di ulteriori attività. In altre parole il Mondo ha origine, si sviluppa e si dispiega. Questo è lo stato di squilibrio chiamato Vaishamya. Cosi dal sottile interiore, inconscio e subconscio, fino al corpo esteriore, grossolano e fisico, tutto è dovuto a Maya.
Manifestazione dei guna
Nell'ordine gerarchico della manifestazione, sattva corrisponde al piano causale, rajas al piano sottile e tamas al piano grossolano.
L'Atman, l'Assoluto Informale, riflesso da un mezzo sattvico, puro, sereno, si rivela come ishvara, Dio. Quando è rivelato da un mezzo ragiasico, attivo, passionale, è il jivi, la persona individualizzata. Se si rivela attraverso un mezzo tamasico (ottuso, inerte), è la materia. Tuttavia ogni cosa è Atman, anche se rivelato attraverso mezzi differenti. L' Atman è la sola realtà, l' Advaita, l'Uno senza secondo, la Non-dualità.
La Luna è una sola, lontana e imperturbabile, ma i suoi riflessi in tante tazze d'acqua differiscono di luminosità e di chiarezza, a seconda della purezza dell'acqua e della sua immobilità. Il vaso sattvico è d'oro, quello ragiasico di rame, e quello tamasico di ferro: possono differire di valore, ma la luna si riflette ugualmente bene nell'acqua che possono contenere.
I tre Guna, per quanto possano variare, impongono all’uomo comunque dei limiti. Sono come tre corde che legano una mucca, una lega le zampe anteriori, un'altra le posteriori, e una terza le corna e il collo. Che libertà di movimento resta alla povera bestia? Il sattvoguna è una corda d'oro, il rajoguna di rame, e il tamoguna è di ferro; tutti e tre legano, quale che sia il materiale. Sono dei legami, e tutti e tre impediscono il movimento.
Salute e malattia
La salute dello spirito si conserva e si migliora curando i tre Guna sattva, rajas e tamas; la salute del corpo dipende dall'equilibrio dei tre umori, vata, pitta e kapha (aria, bile e flegma).
Occorre evitare il tridosha, vale a dire che i tre umori non devono essere viziati o in disequilibrio. Il corpo sano è il contenitore di una mente sana; la malattia rende agitata e ansiosa la mente. La bilancia umana ha due piatti; quello materiale e quello spirituale, e si devono curare in egual misura, almeno fintantoché non si sia raggiunto un certo livello nel progresso spirituale.
L'uomo è soggetto a due tipi di malattie fisiche e mentali: le prime sono dovute allo squilibrio degli umori predetti, e le seconde allo squilibrio dei Guna. Un fatto singolare di queste due specie di malattie è che la virtù le guarisce entrambe. Da una parte la salute fisica è il presupposto della mentale, ma la salute mentale porta con sé quella fisica.
Gli stati - superare i Guna
Lo stato in cui si sperimenta il Divino nella Sua onnicomprensività, come Volontà, Attività, Beatitudine, Intelligenza ed Esistenza è detto Kaivalyam. Per stabilirvi in questo stato dovete aver eliminato la vostra pigra ottusità (tamas), aver sublimato le vostre passioni (rajas) ed aver coltivato la purezza (sattva).
Il desiderio di vedere il risultato delle vostre azioni è sintomo di rajoguna; il rifiutare di fare azioni delle quali non potete godere il frutto è indice di tamoguna. Invece l'impegnarsi in azioni, ben sapendo che ne verrà un risultato, ma senza con ciò esser attaccati a quel beneficio, e senza neppure pensarci, è segno di sattvaguna.
Si devono educare i sensi ad essere liberi da tamas e da rajas; essi non devono mai essere né ottusi né trascinatori; né dormienti né pericolosamente devianti. Occorre superare i Guna.
Per raggiungere il Divino, più che il Guru è importante il Guri, la Meta. Il solo fatto di perseguire la Meta sveglia in noi il sattvaguna, e attenua la presa di rajas e di tamas, quegli elementi inferiori della nostra struttura. Tamas è la causa di Danavatvam (la condizione diabolica), della cattiveria, mentre rajas ci stabilizza nella condizione umana, nel Manavatvam (la condizione di manava, uomo); invece sattva, ed esso solo, assicura l'elevazione alla condizione divina. Il sattvaguna feconda le tendenze elevatrici nell'uomo; purifica la mente, ed estirpa la mala pianta della malizia. La base del sattvaguna è la stessa Verità (Satya); la Verità nella parola, nell'azione e nel pensiero e le azioni fatte per il bene del prossimo.
Sattva vs. Rajas
Ascoltare cose sattviche vuol dire star a sentire le storie, le esperienze e i messaggi dei Santi e dei Saggi che bramarono l'esperienza di Dio e la ottennero. Vedere cose sattviche vuol dire vedere coloro che adorano Dio, vedere le immagini divine e i ritratti dei Maestri, partecipare alle feste religiose e così via.
È ragiasico assistere a scene di lussuria, di fasto, di ostentazione di potere e di autorità egoistica; prender gusto a letteratura, spettacoli e discorsi di questo genere; si tratta di idee e di ascolto di tipo ragiasico. C'è poi chi si delizia nel vedere, ascoltare o leggere cose orribili, terrificanti di crudeltà e di mostruosità; è gente che adora deità sanguinarie, e si compiace di fantasmi e di vampiri: è un tipo di fantasia tamasica.
La qualità chiamata tamas crea l'apparenza della diversità, e nasconde l'Uno fondamentale, che è l'unico reale. La qualità chiamata rajas esplora la Verità e i tesori della Sapienza. La qualità chiamata sattva è immacolata come uno specchio e dà un quadro chiaro ed esatto delle cose e dei fatti che avvengono davanti ad esso. Essa riflette il Parabrahman e rivela ishvara, Dio. Così manifestato, Dio diventa l'Universo, il Jagat creato dalla Sua Volontà. ishvara riflesso non ha la facoltà di Maya, dell'Illusione.
Universo non-manifesto e manifesto
Se questi tre Guna, o attributi di Maya, sono in equilibrio, in uno stato di tranquilla compensazione, si dice che l'Universo è non-manifesto, avyakta. Questo è ciò che si chiama lo "stato seminale" in quanto tutte le variazioni successive sono in esso riassunte e latenti.
Quando rajas e tamas fanno impatto, ha causa la Creazione, e nasce il Cosmo. Essi mettono in attività gli esseri viventi. La forza dell'Illusione è condizionata dai tre Guna, ogni volta che uno di essi si esprime e prevale con la sua influenza sul resto. Se predomina sattva, la detta forza di illusione si chiama atma-maya; se prevale rajas, detta forza diviene avidya - nescienza, e quando tamas si impone, essa diventa tamasi od ottusità.
Il sattvoguna
Quando nell'uomo ha preso il controllo la qualità di sattva, arriva la Liberazione. Per esaudire i desideri dei devoti, Hari, l'Essere fondamentale base dell'Universo viene in qualsiasi forma, in qualsiasi cosa, in qualsiasi luogo. Si deve pregare il Signore con concentrazione unidirezionale, la quale proviene solo dal sattvaguna ed è il prodotto della meditazione. Bisogna coltivare una vita semplice, con cibo e divertimento sattvico. Alcuni credono che il cibo sattvico consista in latte e frutta. Invece è molto di più e non riguarda solo queste cose. Infatti, le calorie che l'uomo ingerisce non sono che una piccola parte di tutto ciò che introduce; anche quello che viene introdotto dai sensi è cibo che contribuisce a formare l'individuo. I suoni che si odono, ciò che si vede, le impressioni tattili cercate e subite, ciò che ci circonda e chiede di esser osservato, apprezzato e adottato, tutto è "cibo" e tutto influenza il carattere e la vita dell'individuo.
Non bastano preghiere (japa), meditazione (dhyanam) e ripetizione del Nome (namasmarana); occorre anche aggiungervi una vita regolata e capace di indurre buoni pensieri, con un'alimentazione sattvica e con scopi sattvici.
Il rajoguna
Il desiderio (kama), l'avidità (lohha) e l'ira (krodha) sono tutte forme di rajoguna, la febbre che ignora i mezzi e cerca solo i fini. Il rajoguna persegue i risultati, ma non si cura della correttezza del modo.
La disciplina spirituale (sadhana) può mettersi su due sentieri sbagliati. L'uno è privo di scopo; l'altro ha molti scopi. La mancanza di scopo è il sonno; si chiama anche tamoguna. La molteplicità di scopi è il risultato di rajoguna, è volger lo sguardo verso il creato e verso ciò che vi si vede. Se si evitano entrambi e non si cade in questi due estremi; se l'occhio non è né chiuso come nel sonno, né spalancato come nello stato di piena veglia, ma semiaperto, la nostra natura diviene il sattvoguna e vi sarà facile arrivare alla concentrazione.
Il tamoguna
Bisogna trasformare il “tamogunam” in “tapogunam”, la qualità dell'inerzia nelle qualità della penitenza e dell'ascesi, e salvarsi.
L'ignoranza viene descritta con diversi nomi; talora la si chiama tamas e talora moha; oppure anche vyakta e maya. Questi tre guna devono essere trascesi, perché rendono l’uomo inadatto alla realizzazione della Suprema Realtà che libera l’uomo e lo fonde nell’ Universale.