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I VEDA
I Veda sono una raccolta di rivelazioni ai veggenti (Saggi) a cui fu svelato il significato dei mantra.
Sono l'alito del Signore Supremo che inspira ed espira proclamando la Verità che trascende tempo e spazio ed indicando agli abitanti dei tre mondi i mezzi per avere prosperità e pace. Essi non possono subire emendamenti, ne possono essere contraddetti nel corso dei tre stadi : passato-presente-futuro.
Non c’è un essere vivente al mondo che non lotti per avere ciò che desidera ed evitare ciò che non gli piace. Bene, i Veda forniscono istruzioni per avere successo sia in campo spirituale che materiale. Esse sanciscono quanto deve essere fatto e quanto non deve essere fatto, cosi seguendo tali prescrizioni e restrizioni si ottiene il bene e si evita il male.
"Veda", deriva la sua radice da "Vid", che significa "conoscere". I Veda sono incarnazione di ogni saggezza ed insegnano il modo di ottenere la purezza del cuore e di abbandonare le impurità. Sono piuttosto difficili Io studio e la padronanza dei Veda, perché la loro rivelazione è ininterrotta ed infinita. Studiare i Veda ha sempre richiesto un'infinità di tempo. E, se è già difficile studiarli, figuratevi metterli in pratica e trarne beneficio.
All'inizio esisteva un solo blocco di Veda che li comprendeva tutti. Poi Vyasa,(una parziale manifestazione di Narayana o Vishnu) costatando le difficoltà che abbiamo considerato, ne fece quattro sezioni:
A sua volta essi contengono dei Mantra che vengono chiamati "Samhita", sicché abbiamo:
il Rigveda Samhita, Io Yajurveda Samhita ed Atharva Samhita.
I Veda sono conosciuti anche con nove nomi: Sruti, Anusvara, Trayi, Amnayam, Samamnayam, Chandas, Svadhyayam, Gama e Agama. Ognuno di questi nomi sono ricchi di significati.
"Sruti" si riferisce al processo di apprendimento dei Veda da parte del discepolo che presta la massima attenzione e cura nell'ascolto di ciò che il maestro gli insegna, memorizzando tutto e mettendo in pratica quanto ha appreso. Riguarda l'esatta maniera di cantare i mantra e, quindi, il modo di trarre il massimo profitto dalla recita dei Veda. Il suono dei mantra deve essere eseguito nello stesso modo in cui viene insegnato dagli istruttori, che vanno seguiti con estrema serietà. Perciò, l'apprendimento dei mantra vedici è tramandato solo oralmente.
"Anusvara" è la fase della riflessione su quanto si è ascoltato, contemplando il significato dei mantra trasmessi dal maestro e conservandoli nella loro purezza e integrità mediante la costante recita.
"Trayi". All'inizio i tre Veda - Rig, Yajur e Sama Veda - venivano riuniti sotto lo stesso nome "Apurusheya", cioè senza origine umana, di provenienza divina. A causa di questa origine divina, tutti e tre i Veda furono definiti "Trayi", cioè Triade.
"Amnayam" e "Samamnayam" hanno in comune la radice "na" e significa acquisire la conoscenza dei Veda attraverso la loro meditazione e pratica.
"Chandas" ha diversi significati e uno di loro riguarda la conoscenza che si dovrebbe custodire segretamente e diffondere con cautela. Il Samaveda è completamente costituito di Chandas.
"Svadhyayam" è la tradizione dei Veda trasmessi di padre in figlio, di generazione in generazione, secondo una successione genealogica. L'acquisizione dei Veda non si attua sui libri, ma viene trasmessa nei secoli da maestro a discepolo.
"Gama" e "Agama" sono i nomi attribuiti all'atto dell'inspirare e dell'espirare di Dio, il cui alito ha dato origine ai Veda.
In poche parole, i Veda sono la quintessenza del respiro di Dio. I grandi profeti, che udirono nel loro cuore quella rivelazione divina, scoprirono il cardine dei mantra in otto lettere chiave, che a loro volta sono dei mantra: A, Ka, Cha, Ta, Tha, Pa, Ya, Sapi. I Maharishi, ossia i grandi veggenti infusero i Veda mediante l'uso di queste otto lettere, essendo in grado di avere la visione dell'Indistruttibile ed Eterno Immobile.
Ogni Veda è a sua volta suddiviso ulteriormente in tre sezioni: Mantra, Brahmana, Aranyaka e Upanishad (che sono un'appendice dell'Aranyaka).
I Brahmana subirono una successiva suddivisione in tre parti: Taittiriya Brahmana, Aitareya Brahmana e Satapatha Brahmana, fondamentalmente costituiti di mantra.
Il tentativo di suddividere i Veda in tante parti aveva lo scopo di promuovere il benessere e la felicità del paese e dell'umanità. La celebrazione di sacrifici mirava a richiamare le piogge al tempo opportuno, in modo che i raccolti fossero abbondanti e gli uomini vivessero felicemente in prosperità.
Gli Aranyaka erano destinati a coloro che, dopo una vita vissuta nella famiglia, avessero voluto ritirarsi nella foresta per godere la gioia e la pace prodotta dalla recita dei mantra raccolti in questa sezione dei Veda. Fu attribuito il nome Aranyaka, perché questi scritti raccoglievano le esperienze ed i sentimenti che trovarono elevazione nella foresta e che furono espressi in mantra. Una notevole porzione di Aranyaka viene aggregata ai Karmakanda, la sezione che spiega il sentiero dell'azione, utile nel compimento di cerimonie sacrificali.
I Veda hanno insegnato il Sentiero dell'Azione. Tutte le branche del sapere - la fisica, la chimica, la botanica, l'economia, la musica, ecc. - sono trattate dai Veda e quegli insegnamenti hanno a che fare col mondo esteriore. Per questo i Veda sono considerati "Dvaita", cioè dualistici. Le Upanishad hanno invece insegnato il Sentiero della Conoscenza, attraverso l'introspezione.
Delle quattro principali mete dell'uomo: Giustizia, Ricchezza, Desiderio e Liberazione - i Veda si sono dedicati solo alle prime tre. Le Upanishad hanno dichiarato che la natura del Supremo può essere afferrata solo mediante il Sentiero della Conoscenza.
La Conoscenza è di due tipi: c'è la Conoscenza Superiore (spirituale) e la Conoscenza Inferiore (terrena). Fa parte di questa seconda categoria di conoscenza tutto il sapere umano, come pure tutto ciò che ha relazione con la Giustizia, la Ricchezza e il Desiderio. Soltanto la Liberazione è della Conoscenza Superiore ed è a questo tipo di istruzione che si deve tendere.
Questa Conoscenza si trova nel Vedanta. Le Upanishad sono un completamento dei Veda, poiché in esse c'è tutta l'essenza vedica. Per questo sono state chiamate Vedanta, l'unica strada che porta alla luce e alla beatitudine. Mentre i Veda sono nel dualismo, il Vedanta è non dualista (Advaita) ed è il nondualismo che fa sperimentare la Beatitudine.
Nei Veda predomina il principio dell"'Ego", mentre il Vedanta ha dichiarato che solo con l'eliminazione del senso di "Io" e di "Mio" si accede alla Realizzazione. È l"io'' che va sradicato; finché sussiste non sarà possibile entrare nel mondo della Conoscenza Suprema, ma si rimarrà legati a quello della Conoscenza Inferiore. Perciò, cercate di capire la differenza tra i Veda e le Upanishad. Il Vedanta è la quintessenza dei Veda. Occorre innanzitutto mettere in pratica, poi predicare. Solo a queste condizioni si potrà comprendere il Principio dell'Advaita, cioè del Nondualismo.
Il Rig Veda è sostanzialmente una raccolta di mantra e inni di lode agli Dei. In questo veda sono molte le Divinità adorate, ma le principali sono 33. Questo testo sacro insegna l’unità. Esorta tutti gli uomini a perseguire i medesimi santi desideri. I cuori di tutti devono essere impregnati degli stessi buoni impulsi, tutti gli uomini devono battere l’unico sentiero della Verità, giacchè tutti non sono altro che la manifestazione dell’Uno. Tra i vari inni più importanti tratti da questo sacro veda abbiamo il Ganapati Prarthana, un inno che viene recitato prima di intraprendere qualsiasi rito o attività, il Purusha Shuktam, un meraviglioso inno che tratta la creazione e lo Svasti Vachaka Sloka celebre mantra da cui origina la preghiera Samasta Loka sukino Bavanthu.
Il nome Yajur Veda deriva dalla radice Yaj, la quale ha vari significati, quelli principali però sono “adorazione di Dio”, “carità” che concede i doni. Lo Yajur Veda descrive modalità e metodi per la celebrazione di Yajna (Riti) e di Yaga, al fine di propiziarsi le divinità. Esso consta due redazioni, l’una incentrata sulla tradizione di Aditya, il Sole, e l’altra su Brahma. La prima è nota col nome di SHUKLA YAJURVEDA (Yajurveda Bianco) e la seconda con quello di KRISHNA YAJURVEDA (Yajurveda Scuro).
Sathya Sai Baba in un discorso del 1987 dice a tal proposito: «il Benessere e la prosperità del mondo dipendono dai Veda, ogni essere umano deve avere riverenza per i Veda e prendersi l’impegno di sostenerli e promuoverli in modo corretto. Non abbiate paura, siate impavidi nel divulgarli».
I Veda, anche se ripetuti, furono ignorati e ciò condusse alla distruzione la conoscenza e la saggezza degli Indiani, mentre si è accentuata enormemente la chiusura mentale. Sono sempre più coloro che non nutrono amore e rispetto per i Veda e, persino fra i Brahmini, che dovrebbero esserne i depositari, è in declino l'interesse.
Chi sono i Brahmini? | Brahma significa incarnazione del mantra. Si dà il nome di Brahmino a chi contempla i mantra vedici e vi riflette sopra costantemente; ma i Brahmini d'oggi si sono allontanati da Dio, vera incarnazione del mantra. Contaminati da un'educazione di stampo moderno, da un'invasione di desideri, dalla cupidigia, dall'attaccamento al denaro, dalla mancanza di nobili ideali e da interessi meschini, hanno dimenticato la divinità che sta in loro. Di conseguenza, il mondo ha perduto la pace e Io stato di benessere.
Che cosa si intende per "Veda"? | Uno dei significati è "consapevolezza", un altro è "intelligenza", un terzo è "discriminazione". Tutti coloro che volessero sviluppare la propria intelligenza e il proprio discernimento dovrebbero mettersi ad imparare i Veda. Oggi si usa l'intelligenza solo per porsi domande del genere: come posso avere più prestigio? Come fare per essere più ricco? Che fare per avere più comodità, più tranquillità e più possedimenti? E cosi la gente non fa che incrementare desideri, mentre non nutre pensieri come: voglio diventare una persona virtuosa, voglio essere retto, voglio seguire la strada che porta alla Divinità, voglio arrivare a Dio.
Per inseguire progetti meschini gli uomini si votano all'ignoranza e all'egoismo, perdendo di vista la propria natura umana. Sono degli esseri umani solo quanto a forma esteriore, ma non quanto a contenuti. Che contributo possono dare al mondo persone del genere? I Veda hanno sempre cercato di costruire l'uomo capace di emanare umanità e non degli esseri che sono umani solo nell'aspetto.
Oggi un gran numero di persone recita i Veda senza comprenderne il significato. Si può gustare la pienezza della beatitudine solo quando si comprende appieno il significato dei mantra che si cantano. Se ci si limitasse a ripetere il nome di un cibo delizioso, senza mai assaporarlo, non se ne ricaverebbe alcuna forza né soddisfazione. Si potrà sentire il dolce sapore dei Veda solo quando si è messo in pratica ciò che si legge e si canta. Non basta recitarli per avere una piena comprensione della Divinità. La completa visione di Dio sarà accordata solo quando il significato dei mantra vedici verrà vissuto nella pratica.
La visione dei Veda è ampia, ricca di nobili pensieri e di sentimenti fondati sulla saggezza. I Veda ci insegnano ad avere una mente equanime in ogni circostanza della vita ed hanno il senso dell'unità del tutto, inducendo ad essere imperturbabili nella gioia come nel dolore, purtroppo la gente d'oggi recita meccanicamente i Veda senza capirne il senso. Se almeno si capisse un inno o anche solo un singolo mantra.
IL SIGNIFICATO DEI RITI SACRIFICALI | Sarebbe meglio non parlare di ciò che non si è capito nel suo giusto significato, che va perso quando si seguono interpretazioni fuorvianti, come va perso anche il senso del sacrificio che si compie. Ad esempio, nel Rigveda si fa la descrizione di 33 Divinità, fra le quali il Sole è la più importante. Ognuna di queste forme erano viste dotate di arti e membra, come fossero esseri umani. L'aspetto di Dio che si esprime nel Sole è assai popolare e gli sono stati attribuiti altri nomi come Ritwik, Hota e Brahma. A questa manifestazione divina sono stati offerti dei sacrifici. "Agni", il Dio del Fuoco, non è altro che un'immagine del Sole ed ha dei genitori.
Thyagaraja (un grande Saggio) esortava: "O mente, comprendi il significato di Rama e poi cantalo".
Che vuol dire cantare Rama? "Ra" si riferisce alI'Atma, cioè allo Spirito e "Ma" al Jivatma, ossia all'Anima di ciascun individuo. Il significato intrinseco della parola Rama affiora nella congiunzione del Signore con l'Anima individuale; è la combinazione della forma del Signore col devoto.
Attualmente lo studio dei Veda è molto generico e a grandi linee, mentre si trascura come applicarli nella vita quotidiana. E così, dalla nascita alla morte, si passa una vita sui Veda, senza nemmeno conoscerli a fondo, Questo sarà l'argomento che tratteremo domani. Tutto quanto è stato prescritto dai Veda è per la vita; ogni cosa è un inno al Nome del Signore: accompagnatelo nella contemplazione, nel ricordo e nella recita del Nome. In questa gioiosa salmodia, pensando al Signore ed inneggiando al Suo Nome, avrete la Sua visione.
LA VIA TRACCIATA DAI VEDA | Per raggiungere l'ultima ed eterna meta di questo mondo finito seguite il sacro sentiero indicato dai Veda. Essi insegnano la via per santificare la vita nel mondo. l Veda non vi promettono beatitudine, ma vi indicano in quali circostanze potrete ottenerla: solo attraverso il sacrificio otterrete la liberazione. Tuttavia, i Veda espongono anche una quantità di modi per ottenere gioie temporanee. Se prendete cibo quando avete fame, provate gioia. Ma quanto dura? Alcune ore dopo siete di nuovo daccapo con i morsi della fame.
l Veda hanno detto che l'appetito si soddisfa col cibo e vi descrivono come prenderlo, quanto ne va preso e in che proporzione. Tutto ciò viene insegnato nel Chamaka.
Il Namaka invece insegna come fare sacrifici e rinunce. Una delle parole usate nel sacrificio è "Namaskara", il cui vero significato è "Questo non è mio". C'è una bella differenza fra , "mama", (mio) e "namama" (non mio)! Questo "mio" è una malattia.
I Veda hanno spiegato il "namama", non mio, non questo, non questo, non questo. Io non sono il corpo fisico; non sono la mente; non sono l'intelletto; non sono la memoria; non sono questo individuo limitato. Se continuate a negare "non sono questo, non sono questo, non sono questo"; se tutto è Divina Essenza, che cosa rimane? Mente, intelletto, sensi, corpo sono stati tutti in grado di svolgere la loro attività solo grazie all'esistenza dello Spirito, l'Atma. Bisogna fare ogni sforzo per comprenderLo. Questa è una conoscenza che si trova nella parte conclusiva dei Veda, il Vedanta.
Bisogna fare almeno un piccolo sforzo ogni tanto per sperimentare la verità del Vedanta, Per quanto vi riesce dedicatevi ad azioni buone. Siate a servizio dell'intera società.
Ripetete il Nome del Signore, non fate niente di meccanico o di forzato, non fate nulla per gelosia, non fate nulla per forza. La coercizione non serve; fate che la sola forza sia quella dell'amore che proviene dal cuore. Bisogna mirare alla forza interiore anziché a quella esteriore. Fate tutto con l'amore nel cuore!
Il 9 agosto 2006, Sai Baba disse: «È decisione di Bhagavān che la recitazione dei Veda venga fatta in tutti i Paesi, da tutti, da tutte le classi sociali, da tutte le comunità e da tutti gli individui!»
«Uno studio regolare dei Vēda e la pratica dei loro insegnamenti conferiscono tutte le forme di abbondanza. I Vēda sono un dono di Dio per il benessere dell’intera umanità. I Vēda non fanno distinzione di religione, casta o nazionalità. I Mantra vedici possono essere cantata da tutti. È il desiderio di Swami che i Vēda si diffondano in ogni paese cosicché ogni essere umano al di là della religione, casta o nazionalità possa impararli e cantarli».
Gli inni Vedici tratti dai quattro Veda che ancora oggi sono custoditi per essere studiati e recitati sono i seguenti: