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MEDITARE PER AMARE
La più alta forma di Meditazione è la devozione a Dio e l’Unione diretta a lui per mezzo dell’AMORE.
L’Amore crea l’Unione, mentre l’odio separa. L’amore trasferisce l’attenzione di sé sull’altro in modo che i due pensano, parlano ed agiscono come fossero una sola cosa. Quanto più l’amore abbraccia, tanto più le varie entita si riducono all’UNO.
In questa nostra esistenza mondana piena di dubbi e difficoltà, dobbiamo adesso più che mai, capire l’unica ed ovvia verità: tutti gli esseri viventi sono degli attori sulla scena di questo mondo, e il loro congedo avviene quando cala il sipario o quando hanno finito la loro recita. Su quel palcoscenico uno può ricoprire la parte di un ladro, un altro può avere la fisionomia d’un re, un terzo quella di un clown o quella di un mendicante. Per tutti questi caratteri c’è UNO SOLO che suggerisce nella rappresentazione le battute. Qui occorre capire chiaramente alcuni punti.
Il Suggeritore non sale sulla scena per dare le battute alla vista di tutti, poiché, se così facesse, il dramma perderebbe d’interesse; perciò, stando dietro una paravento in una buca del sottopalco, suggerisce la battuta a tutti gli attori, a seconda del loro rispettivo ruolo, sia esso di dialogo, monologo o canto, e vien loro in soccorso nel preciso istante in cui essi ne hanno bisogno.
Allo stesso modo, il Signore sta nella buca del suggeritore del palcoscenico della Natura, per dare le battute a tutti gli attori secondo le loro varie parti. Quindi, ciascun attore deve essere conscio della Sua presenza dietro al proscenio di Maya (Questo mondo apparentemente reale); dev’essere impaziente di cogliere il benchè minimo suggerimento ch’ Egli possa dare, tenendo sempre un occhio su di Lui e le orecchie ritte per capirne la voce. Se però una persona dimentica la trama e la storia(vale a dire, se una persona ignora il lavoro per la quale è venuto al mondo e, di conseguenza, i doveri che gli competono) se trascura di osservare la Divina presenza che sta dietro la scena e rimane sul palco senza proferir parola, gli spettatori rideranno della sua follia e lo incolperanno di aver rovinato lo spettacolo.
Per queste ragioni, ogni attore cui tocca recitare sulla scena del mondo il ruolo dell’uomo deve innanzitutto imparar bene il testo e la GIUSTA azione; poi tenendo a mente il Signore che sta dietro il proscenio, deve umilmente attendere i suoi ordini. È necessario mantenere l’attenzione sia sulla parte da imparare e recitare, sia sulle eventuali direttive impartite dal regista. Deve imparare la meravigliosa arte del sapersi accontentare. Il Piano Divino sarà sempre PERFETTO indipendentemente da come il nostro occhio “cieco” in quel momento lo vede.
Ma come fare nei momenti più difficili che questa esistenza ci mette davanti?
Solamente la meditazione offre questa concentrazione e consapevolezza.
Il dolore ci ferisce perché crediamo di esserci meritata la felicità che non abbiamo raggiunto. Ma c’è un dispensatore imparziale di gioia e di dolore, che ci da ciò che occorre, non quello che desideriamo.
La sventura potrebbe essere un rimedio adatto alla nostra salvezza. Dio conosce bene ciò di cui abbiamo bisogno!
Il Dramma è Suo. La parte che si recita è un suo dono. Il copione è stato scritto da Lui, Lui decide i costumi, la scenografia, i gesti, lo stile, l’entrata e l’uscita. Sta a noi recitare bene la nostra parte e ricevere la Sua approvazione quando calerà il sipario. Bisogna guadagnarsi il diritto di ottenere parti sempre migliori con la buona volontà e l’entusiasmo. Questo è lo scopo della vita. Per “guadagnarci” questo diritto i grandi Yogi hanno “scoperto” varie tecniche, la più efficace è la MEDITAZIONE.
Scarica qui gratis il MANUALE DELLA MEDITAZIONE, Troverai la tecnica e molti consigli utili.
TECNICA DELLA MEDITAZIONE SULLA LUCE | MEDITAZIONE DELLO JYOTI
Oh adorabile Signore di Misericordia e Amore,
Saluti e prostrazioni a Te.
Tu sei Onnipresente, Onnipotente e Onnisciente,
Tu sei Satchidananda,
Tu sei Colui che dimora in tutti gli esseri.
Concedici un cuore comprensivo, uguale visione,
mente equilibrata, fede, devozione e saggezza.
Concedici forza spirituale interiore per resistere alle tentazioni e controllare la mente.
Liberaci da egoismo, lussuria, cupidigia, ira, odio e gelosia.
Riempi i nostri cuori di Divine virtù.
Concedici di osservarTi in tutti questi nomi e forme.
Concedici di servirTi in tutti questi nomi e forme.
Concedici di ricordarTi sempre.
Concedici di cantare sempre le tue glorie.
Fa che il Tuo nome sia sempre sulle nostre labbra.
Concedici di dimorare in Te per l’eternità.
Tratto dal "Sathya Sai Speaks"; Vol 5, Pag 275 - 281- 283
Il procedimento della meditazione sulla luce, sulla fiamma della lampada deve essere interpretato così:
cominciate a sentirvi nella luce; poi avanzate e rendetevi conto che la luce è in voi; infine vi accorgete che voi stessi siete ne più ne meno la luce.
Tuttavia è più facile proiettare la luce che dapprima visualizzate in voi, verso il mondo esterno, irradiandolo sempre più di luce e vedendo il tutto immerso nella gloria divina, che è anche in voi.
Potete dare una forma all'universale, come quella di Krishna. Contemplate quella forma, dipingete pian piano e con la massima attenzione ogni particolare...
Se invece prendete Me come oggetto di contemplazione, sedetevi in modo che non sia ne scomodo ne scomposto;
soffermatevi un pò ripensando a qualche inno, qualche aforisma sacro o una storia sacra...allora col nome sulla lebbra, cercate di dipingere, col pennello dell'emozione e con la mano dell'intelletto, un ritratto di Swami, adagio adagio, dalla chioma al viso, al collo fino ai piedi, indugiando a contemplare ogni particolare disegnato e sulla figura completa e poi rincominciando dai piedi in su verso il viso; in modo che l'attenzione non si distolga mai dalla forma sulla quale meditare. Non varietà mai la posa che avete cominciato a dipingere, non disegnate Swami seduto e domani in piedi o mentre parla e cammina. Conservate una sola forma, vi sarà di molto aiuto...
Abituatevi a svegliarvi all'inizio del Brahmamurta e cioè alle tre del mattino, non fatevi la doccia prima della meditazione; il bagno risveglia i sensi e sareste tirati in troppe direzioni diverse a detrimento del successo di dhyana.
Regolarità - sincerità - costanza. Queste tre virtù vi ricompeseranno col successo.
Sathya Sai Baba, 22/01/1967