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Egli non esortava i giovani a diventare tutti rinuncianti, bensì a compiere il proprio dovere e dedicare il corpo al servizio di Dio, onde evitare che diventassero schiavi dei sensi e si comportassero come bestie.
Egli predicò la verità, la mise in pratica e la trasmise al mondo. Shankara mise in luce il fatto che la vita nel mondo è come una commedia sul palcoscenico, fatta di molte scene. Le scene vanno e vengono, ma il palcoscenico è permanente.
Egli affermava: «Dio è reale, il mondo è illusione». E ancora: «l'intero universo è colmo di Dio».
Quando gli sottolinearono la contraddizione tra le due affermazioni, Shankara rispose: «la vita del mondo è illusoria perché è "impermanente". Allo stesso tempo, la vita terrena viene vissuta come fosse una pellicola di scene in movimento su uno schermo fisso. In tale processo, il mondo e il Divino diventano uno, come nel caso dello schermo e delle immagini che passano su di esso». Su tale concetto si basa la sentenza "upanishadica": «Dio dimora in tutto il cosmo!»
L'influsso di Adi Shakaracharia si fece non solo sentire nella meditazione Advaita, ma anche nella pratica e nella conoscenza Induista. I suoi lavori principali sono le Brahma Bhashyas, che rappresentano dei commentari alle Vedanta Sutra e alla Bhagavad Gita realizzate nello sforzo continuo di ricerca dello stato non-duale, ed il trattato sull'Advaita, il Vivekacacudamani. Inoltre, questo maestro è anche e soprattutto conosciuto come l'iniziatore della Bhakti o devozione altruistica, che nel sistema filosofico Advaita si può realizzare soprattutto mediante i bhajan, o canti devozionali, i più famosi dei quali sono il Bhaja Govindam, il Soundaryalahari e Sivanandalhari.
LIBRI CONSIGLIATI
Sankara ed il Vedanta
LE SUE OPERE
Bṛhadāraṇyaka Upaniṣad;
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Chāndogya Upaniṣad;
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Taittirīya Upaniṣad;
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Aitareya Upaniṣad;
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Kena Upaniṣad;
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Īṣa Upaniṣad;
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Kaṭha Upaniṣad;
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Praśna Upaniṣad;
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Muṇḍaka Upaniṣad;
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Māṇḍūkya Upaniṣad;
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Gauḍapādīyakārikā
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Bhagavadgītā;
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Brahmasūtra
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Upadeśasāhasrī;
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Dakṣiṇāmūrtistotra;
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Pañcīkaraṇa;
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Aparokṣānubhūti;
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Ātmabodha;
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Śataślokī;
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Bālabodhinī;
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Ātmānātmaviveka;
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Tattvabodha;
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Daśaṣlokī;
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Vivekacūḍāmaṇi;
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Vākyavṛtti;
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Advaitapañcaratna;
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Māyāpañcaca;
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Laghuvākyavṛtti;
"NON SONO LA MENTE, NÉ L'INTELLETTO, NÉ IL PENSIERO,
NÉ IL SENSO DELL'IO.
NON SONO L'UDITO, NÉ IL GUSTO, NÉ L'ODORATO, NÉ LA VISTA.
NON SONO L'ETERE, NÉ LA TERRA, NÉ IL FUOCO, NÉ L'ARIA.
SONO COSCIENZA E BEATITUDINE ASSOLUTE.
SONO SHIVA, SONO SHIVA.
NON SONO IL PRANA, NÉ I CINQUE SOFFI VITALI.
NON SONO I SETTE ELEMENTI COSTITUTIVI DEL CORPO,
NÉ LE CINQUE GUAINE.
NON SONO LA PAROLA, NÉ LE MANI, NÉ I PIEDI, NÉ GLI ORGANI DI PERCEZIONE ED ESCREZIONE.
SONO INTELLIGENZA E BEATITUDINE ASSOLUTA.
SONO SHIVA, SONO SHIVA.
NON POSSIEDO NÉ AVVERSIONE, NÉ ATTRAZIONE, NÉ TURBAMENTO
NÉ AVIDITÀ, NON PROVO ORGOGLIO, NÉ INVIDIA,
NON HO DESIDERI, FINI, DOVERI, NÉ LIBERAZIONE DA AUGURARMI.
SONO INTELLIGENZA E BEATITUDINE ASSOLUTA.
SONO SHIVA, SONO SHIVA.
PER ME NON ESISTONO NÉ LE BUONE, NÉ LE CATTIVE AZIONI,
NÉ IL PIACERE, NÉ LA SOFFERENZA.
NON ESISTONO LE CERIMONIE RITUALI, I LUOGHI SANTI,
I VEDA O L’ATTO SACRIFICALE.
NON SONO IL FRUIRE, NÉ L’OGGETTO DI FRUIZIONE
E NEPPURE L’OGGETTO CHE FRUISCE.
SONO INTELLIGENZA E BEATITUDINE ASSOLUTA.
SONO SHIVA, SONO SHIVA.
NON CONOSCO LA MORTE, NÉ IL DUBBIO,
NÉ LE DISTINZIONI DAGLI ORDINI SOCIALI.
NON HO PADRE, NÉ MADRE, NON SONO MAI NATO.
NON HO ALCUN AMICO, NÉ PARENTE, NÉ MAESTRO, NÉ DISCEPOLO.
SONO INTELLIGENZA E BEATITUDINE ASSOLUTA.
SONO SHIVA, SONO SHIVA.
SONO NON-DETERMINATO, SENZA FORMA,
PER LA MIA ONNIPRESENZA.
NON HO RELAZIONE CON GLI ORGANI DEI SENSI.
NON HO DA CONSEGUIRE ALCUNA LIBERAZIONE.
NON SONO IL SOGGETTO CONOSCENTE,
NEMMENO L’OGGETTO CONOSCIUTO,
PERCHÉ SONO INTELLIGENZA E BEATITUDINE ASSOLUTA.
SONO SHIVA, SONO SHIVA."